LE CATACOMBE                 

L'intero territorio di Priolo Gargallo abbonda di ipogei sepolcrali risalenti agli albori del cristianesimo. Alcuni sono sparsi tra le campagne in terreni privati, altri alle falde dei Monti Climiti, altri ancora intrappolati dagli insediamenti petrolchimici. Parecchi ipogei, per la loro scomoda posizione, sono in genere frequentati da coraggiosi escursionisti e tralasciati dal turista di tipo tradizionale. Qui vengono elencati i siti più abbordabili e che attualmente possono essere visitati senza tanti patemi d'animo. Si tratta di due gruppi di catacombe: uno posto a sud di Priolo nei pressi del Centro residenziale di San Focà, che fa capo alla Catacomba di Manomozza e alla vicina basilica di San Fòca, l'altro a nord della cittadina, in contrada Riuzzo, oggi sede di uno stabilimento petrolchimico. Si tratta di catacombe di piccola estensione, tutte violate e manomesse, ma realizzate, in origine, con inedite e sfiziose forme costruttive. Le catacombe inglobate nel polo petrolchimico, ovvero Riuzzo I e II, possono essere visitate previa autorizzazione da parte della direzione dello stabilimento. Da qualche tempo a questa parte attorno alla catacomba di Manomozza si è registrato un ritrovato impegno anche da parte del PIAC, Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, il quale ha organizzato i sopralluoghi alle catacombe siracusane di Vigna Cassia, S. Giovanni, S. Lucia e all'ipogeo di Manomozza a Priolo. Queste catacombe priolesi, pur nella loro modica estensione, sono caratterizzate da una complessa rete di gallerie strette, basse e di diverse dimensioni,chiamate ambulacri, generalmente interrotte da camere sepolcrali più o meno ampie (cubicoli), destinate ad ospitare le tombe di una famiglia o di associazioni; gli ambienti più vasti, le cripte (da crypto=nascondo), contenevano solitamente le tombe di personaggi di riguardo o di un martire sopra le quali, a volte, si celebravano cerimonie religiose. Le prese d'aria e luce in questi luoghi bui e spesso umidi, erano garantite dai lucernari, aperture a forma di imbuto che giungono fino in superficie, praticate in corrispondenza di incroci di gallerie e nei cubicoli più importanti. Inizialmente servivano per l'estrazione del materiale e il passaggio degli addetti agli scavi ( i fossores) man mano che si procedeva, in profondità, nei lavori; alla fine le aperture si trasformavano in lucernari. Agli albori del cristianesimo, quando cioè la religione cristiana non era tollerata dagli imperatori romani, in queste catacombe vi si accedeva attraverso scomodissime scale ripide e strette, intagliate nella roccia; nel IV secolo tali accessi vennero sostituiti con altri più ampi e comodi. Lungo le pareti delle gallerie e dei cubicoli sono scavate, in diversi ordini, le sepolture (loculi) di dimensioni sufficienti per contenere uno o più defunti. Il riconoscimento della sepoltura era reso possibile generalmente non dalle iscrizioni o dagli epitaffi dipinti, ma da semplici segni convenzionali o da oggetti personali del defunto (monili, giocattoli, vetri, monete, ecc.), fissati nella calce che debordava dalle lastre di chiusura. Rispetto al semplice loculo di forma rettangolare, il tipo di sepoltura più monumentale ed importante era quello sormontato dall'arcosolio, una nicchia semicircolare (che caratterizza tutte le catacombe priolesi), che accoglieva sovente i corpi di personaggi di riguardo o martiri. Generalmente le sepolture dei martiri però erano contrassegnate con la dicitura Martyr (martire), incisa sulla pietra tombale o più semplicemente con la lettera M. La complessa ed articolata attività edilizia sotterranea generalmente non seguiva uno schema prestabilito, essendo strettamente collegata alle caratteristiche geologiche delle varie zone e all'osservanza della proprietà terriera soprastante: i confini dell'area esterna, infatti, limitavano l'estensione delle gallerie sottostanti. I terreni, in genere, appartenevano a grandi famiglie del patriziato, convertite alla nuova fede e, quando la natura del sottosuolo lo permetteva, venivano autorizzati scavi anche a due o tre piani di gallerie, fino a raggiungere anche venti metri di profondità.

 

Catacomba Riuzzo 1

        

 

 

 

Catacomba Riuzzo 2

                                      

 

 

 

 

                                                           
Catacomba Monachella

 

catacomba porcheria 1

 

 

 

  Catacomba Porcheria 2

 

 

 

 

Sepolcreto paleocristiano Scrivilleri

     

 

 

                                                      
Necropoli di Puliga

 

 

 

 

                                               
Catacomba di Manomozza

 

 

 

 

 

 

(Tratto dal libro “Priolo non solo ciminiere”)